MOBILITA’, UICI: VIETATO VIAGGIARE AI NON VEDENTI!

Tratta Roma Cornelia – Tolfa. Un autobus accosta alla fermata. Sale un passeggero, immediatamente gli si avvicina il controllore che gli chiede il biglietto. Il ragazzo prova a giustificarsi ma il funzionario è inflessibile. Senza neanche ascoltarlo, eleva una sanzione.

Fin qui niente di strano. Tutto secondo routine. Episodi che si ripetono stancamente sui mezzi pubblici e che i viaggiatori conoscono a memoria.

Forse, però, questa volta sarebbe valsa la pena ascoltare le parole che il passeggero adduceva a propria giustificazione.

Quel ragazzo, infatti, era non vedente. Quello che cercava di spiegare disperatamente al controllore era che non aveva potuto acquistare il ticket di viaggio perché l’applicazione digitale dell’azienda dei trasporti della Regione Lazio “COTRAL”, non è accessibile alle tecnologie assistive. Tecnologie che consentono ai disabili visivi di poter svolgere le proprie attività autonomamente.

Sono anni che la questione è posta all’attenzione dell’azienda e della Regione dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti del Lazio. Dal 2019 sono iniziate le interlocuzioni con l’assessorato competente, sono stati sottoscritti protocolli d’intesa mai attuati, inviate osservazioni e lamentele su carenze e disservizi, criticità che mettono anche seriamente a rischio l’incolumità delle stesse persone con disabilità. Tutto agli atti dell’UICI Lazio.

Anni di incontri. Anni di riunioni e di produzione di innumerevoli documenti. Tutto inutile! Tutto tempo sprecato. Né Regione né Cotral hanno mai preso in seria considerazione la soluzione dei problemi.

Si fa un gran parlare di integrazione e di pari opportunità ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti tutte le buone intenzioni si perdono per strada.

Quello dell’inaccessibilità dell’app, infatti, è il problema meno grave.

La totale mancanza degli avvisi di fermata e di destinazione non consente a un non vedente di conoscere con precisione il tragitto del mezzo. Sbagliare la fermata di discesa, provoca enormi difficoltà per chi non vede, visto che trovarsi in un ambiente sconosciuto toglie ogni riferimento. Se si considera che i pullman del Cotral effettuano servizio prevalentemente su strade statali prive di marciapiede, si capisce immediatamente la pericolosità della questione.

Un’altra criticità è quella che, a quanto dicono i dirigenti dell’azienda, a seguito di una circolare interna, i mezzi effettuano fermata solo ed esclusivamente se i viaggiatori “fanno un segno con la mano” quando li vedono arrivare. Cosa che per un non vedente ovviamente risulta impossibile.

Anche di questo ripetutamente l’UICI Lazio ha messo a conoscenza azienda e regione. Anche su questo argomento silenzio assoluto.

“È importante sottolineare che quanto richiede l’UICI Lazio non è frutto di un capriccio o di fantasie di pochi. È tutto previsto dalla normativa vigente. Normativa che sistematicamente viene disattesa dall’azienda dei trasporti regionale” afferma Claudio Cola, Presidente Regionale UICI.

Inosservanze che hanno l’unico risultato di allontanare i disabili visivi dal servizio pubblico, di rinunciare a viaggiare. Chi perché non ritiene i mezzi sicuri, chi perché, costretto, prova a prendere i mezzi ma non riesce ad acquistare i ticket di viaggio, chi perché non vede arrivare il mezzo e non alza la mano dunque rimane a piedi.

Ritornando al nostro passeggero, la ciliegina sulla torta poi, è stata quella che alla richiesta del viaggiatore non vedente di indicare gentilmente dove firmare il verbale, il controllore ha risposto scrivendo che il passeggero si rifiutava di sottoscrivere il documento.

Forse questo era solo il caso di un funzionario stressato dal caldo o particolarmente insensibile e maleducato. O forse era proprio uno di quei tipici casi in cui l’inflessibilità, per non chiamarla ottusità, di un funzionario fin troppo zelante sommata a carenze croniche di un servizio pubblico, rischia di creare un cocktail letale.

E come sempre a pagarne le conseguenze saranno i cittadini più fragili, che lentamente e inevitabilmente subiscono un processo di discriminazione silente e costante da parte degli “altri” e delle istituzioni.

Processo che rischia di diventare irreversibile, se non si deciderà al più presto di affrontare seriamente la questione.

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